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Cina e Italia guardano al Kazakistan dopo la legalizzazione della canapa

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Il settore della canapa industriale in Kazakistan sta suscitando interesse. All’inizio di settembre, il governo kazako ha avviato trattative con il gigante farmaceutico cinese Cheng Tian Run Kang Medical Limited per progetti di coltivazione e lavorazione su larga scala. Secondo Kazinform, l’incontro tra Gabidulla Ospankulov, presidente del comitato per gli investimenti del ministero degli Esteri, e Li Shu-he, presidente dell’azienda, si è concentrato sullo sviluppo di prodotti farmaceutici, integratori alimentari e tessili a base di canapa.

Per il Kazakistan, questa partnership è perfettamente in linea con le priorità nazionali volte a sviluppare le capacità farmaceutiche e a stimolare una profonda trasformazione agricola. Li Shu-he, da parte sua, ha descritto il Paese come “un partner strategico per una cooperazione a lungo termine”, citando il suo clima favorevole e la sua terra fertile. Entrambe le parti si sono impegnate a portare avanti le discussioni in vista di un’attuazione concreta.

L’annuncio cinese segue un altro interesse straniero: a luglio, l’italiana‘Unione Coltivatori Italiani (UCI) ha avviato ad Astana negoziati su appezzamenti pilota di canapa e investimenti nel settore tessile, nell’edilizia verde e nella medicina. Con due importanti attori internazionali ora al tavolo dei negoziati, la nascente industria della canapa del Kazakistan sta emergendo come una calamita per gli investimenti globali.

Gli agricoltori italiani fanno strada

I colloqui con l’UCI, tenutisi ad Astana nel luglio 2025, hanno rispecchiato il precoce interesse dell’Europa per il nuovo quadro industriale della canapa in Kazakistan. Il presidente dell’UCI Mario Serpillo ha presentato l’esperienza dell’organizzazione nei sistemi di canapa a ciclo chiuso, che comprendono fibre, olio e biomateriali.

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La parte italiana si è concentrata sull’agricoltura sostenibile e sulla conformità normativa, mentre i funzionari kazaki hanno accolto con favore l’opportunità di diversificare l’economia attraverso la canapa. La prima fase prevede appezzamenti pilota fino a 100 ettari in diverse regioni, utilizzando varietà di canapa industriale che rispettano la soglia internazionale dello 0,3% di THC.

L’UCI, una delle più antiche e grandi organizzazioni agricole europee, rappresenta oltre 300.000 membri e svolge un ruolo nella definizione della politica agricola dell’UE. Il suo coinvolgimento dimostra che la strategia del Kazakistan non consiste solo nell’attrarre capitali, ma anche nello sfruttare le competenze tecniche e le pratiche sostenibili.

Le basi legali sono state gettate in primavera

Questi sviluppi internazionali sono stati resi possibili dalle modifiche legislative apportate all’inizio del 2025. A maggio, il Kazakistan ha ufficialmente legalizzato la canapa industriale, avviando progetti pilota per testare la coltivazione e la lavorazione. Le prime coltivazioni sono state effettuate nella regione di Kostanay, mentre un secondo impianto agroindustriale a ciclo completo è stato pianificato per il Kazakistan settentrionale.

La riforma ha fatto seguito al voto di aprile della Camera bassa del Parlamento, il Mazhilis, che ha approvato la coltivazione di canapa industriale con un contenuto massimo di THC dello 0,3%.

La decisione di legalizzare la canapa segna una rottura con decenni di proibizionismo e di lotta al traffico. Le regioni di Chüy Valley e Kyzylorda sono da tempo note per la coltivazione di cannabis selvatica, con le autorità che hanno sequestrato più di 230 tonnellate dal 2014. Creando un canale legale per la coltivazione, il governo spera di reindirizzare parte di questa infrastruttura esistente verso industrie legittime ed ecologiche.

I funzionari sottolineano il potenziale della canapa nei settori tessile, bioenergetico, farmaceutico e dell’industria leggera. Oltre alla diversificazione economica, questa coltura dovrebbe contribuire alla creazione di posti di lavoro nelle aree rurali, alla resilienza ambientale e alla riduzione della dipendenza dalle importazioni.

Il rilancio della coltivazione della canapa non è del tutto nuovo per il Kazakistan. I precedenti tentativi del 2016 e del 2018 sono falliti per mancanza di volontà politica. Tuttavia, il quadro attuale, sostenuto da una legislazione chiara e da partenariati internazionali, suggerisce che questa volta l’industria potrebbe prendere piede in modo duraturo.

Come ha dichiarato il Ministero dell’Agricoltura a maggio: “Con le giuste tecnologie e la lavorazione a ciclo completo, la canapa industriale può alimentare una nuova ondata di creazione di posti di lavoro, diversificazione economica e resilienza ecologica”

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