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Sadiq Khan, sindaco di Londra, sostiene un rapporto che chiede la depenalizzazione della cannabis

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Sadiq Khan e la depenalizzazione della cannabis
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Il sindaco di Londra, Sadiq Khan, ha approvato le raccomandazioni della London Drugs Commission (LDC), una commissione indipendente che ha recentemente chiesto la depenalizzazione della cannabis dopo uno studio di tre anni.

Il suo rapporto, descritto come “lo studio internazionale più completo sul consumo di cannabis nella storia recente”, non si spinge fino alla legalizzazione totale, ma sostiene con forza la necessità di un nuovo approccio alla politica sulle droghe, incentrato sulla salute pubblica e sulla giustizia sociale.

Presieduta da Lord Charlie Falconer KC, la commissione ha raccolto prove da oltre 200 esperti internazionali e alla fine ha pubblicato 42 raccomandazioni volte a ridurre i rischi, migliorare le relazioni con le comunità e affrontare le disparità razziali nell’applicazione della legge sulle droghe.

Eliminare la cannabis dal sistema giudiziario penale

La LDC raccomanda di rimuovere la cannabis dal Drug Misuse Act e di regolamentarla invece con il Psychoactive Substances Act. In questo modo verrebbe decriminalizzato il possesso per uso personale, mantenendo illegale la produzione e la fornitura di cannabis. I cannabinoidi sintetici rimarrebbero esclusi da questa riforma.

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Il sindaco Khan, che ha commissionato lo studio durante una visita in California nel 2022, ha dichiarato: “Sono da tempo convinto che dobbiamo ripensare a come ridurre i considerevoli danni associati ai crimini legati alla droga nelle nostre comunità”

Egli ritiene inoltre che le sanzioni penali per il possesso di cannabis siano difficili da giustificare, dato il danno relativo e l’impatto sproporzionato sulle comunità emarginate.

Ingiustizia razziale e polizia sproporzionata

Uno dei risultati del rapporto riguarda la sproporzionalità razziale nelle attività di polizia legate alla cannabis. La commissione sottolinea che le comunità nere sono più frequentemente bersaglio di fermi e perquisizioni, che spesso portano a conseguenze a vita per reati minori. Il rapporto mette in guardia da “conseguenze dannose e durature per gli individui, la società nel suo complesso e le relazioni tra polizia e comunità”.

Janet Hills MBE, ex sergente detective della polizia e vicepresidente della LDC, ha dichiarato: “È tempo di cambiare il nostro approccio all’applicazione della cannabis per creare un sistema più equo e giusto.

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Pur non spingendosi fino alla completa legalizzazione, la commissione ritiene che il possesso di cannabis non debba più essere considerato un reato penale e che debbano essere rafforzati i servizi di trattamento delle droghe e l’educazione.

“Questa è la revisione più approfondita della risposta pubblica appropriata alla cannabis negli ultimi anni”, ha dichiarato Lord Falconer. “La legalizzazione non è la risposta. La risposta del sistema giudiziario penale deve concentrarsi esclusivamente sui trafficanti, non sui consumatori”

La professoressa Virginia Berridge, della London School of Hygiene & Tropical Medicine, ha lodato il rapporto per aver trovato un equilibrio tra “l’attenzione alle ingiustizie sociali e razziali e le preoccupazioni per la salute pubblica”, definendolo un passo avanti nella soluzione del “puzzle della cannabis”.

Lezioni dal Canada e dagli Stati Uniti

A sostegno delle sue conclusioni, la commissione ha analizzato i risultati ottenuti dopo la legalizzazione in Canada e in alcune parti degli Stati Uniti. Pur riconoscendo i potenziali benefici, come il gettito fiscale e la regolazione dei mercati, la commissione ha avvertito che i rischi per la salute pubblica, tra cui la dipendenza, potrebbero richiedere più tempo per emergere e rimangono poco studiati.

Il professor Adam Winstock dell’UCL ha sottolineato che le raccomandazioni “sfidano lo status quo” senza presupporre che sistemi alternativi risolveranno immediatamente i più profondi problemi socioeconomici.

Le raccomandazioni della commissione invitano anche ad adottare sistemi di diversione che evitino l’azione penale e indirizzino gli individui verso un sostegno adeguato.

Jason Harwin KPM, ex vice capo della polizia, sostiene questo punto: “Le prove dimostrano che la diversione non solo porta a una migliore comprensione e trattamento delle azioni di un individuo, ma riduce anche la recidiva e il rischio in futuro”

La commissione ha anche rilevato che l’educazione alla cannabis, in particolare tra i giovani, è attualmente insufficiente. Molti programmi sono gestiti da individui o istituzioni “che mancano di credibilità e di intuizione” e non riescono a coinvolgere veramente il loro pubblico.

Aurélien ha creato Newsweed nel 2015. Particolarmente interessato ai regolamenti internazionali e ai diversi mercati della cannabis, ha anche una vasta conoscenza della pianta e dei suoi usi.

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