Il 9 giugno gli elettori sloveni saranno chiamati a pronunciarsi su due misure referendarie volte a modificare le politiche nazionali sulla cannabis.
Questi quesiti referendari, approvati dall’Assemblea nazionale slovena in aprile, rappresentano potenziali passi avanti verso una riforma completa della cannabis. Anche se nessuna delle due misure è legalmente vincolante, la loro approvazione potrebbe influenzare in modo significativo le future azioni legislative e rafforzare il crescente slancio per la riforma della cannabis in Slovenia.
Le misure proposte
La prima misura del referendum consultivo riguarda la modernizzazione delle politiche slovene sulla cannabis terapeutica. Mentre la Slovenia attualmente permette un commercio e un uso limitato di cannabis medica, la produzione nazionale rimane vietata. I sostenitori dei pazienti sostengono che è essenziale espandere il programma nazionale sulla cannabis terapeutica per garantire un accesso sicuro, aumentare la varietà dei prodotti, migliorare le politiche di ricerca e ampliare l’elenco delle condizioni ammissibili. Questa riforma potrebbe posizionare la Slovenia in modo più favorevole nel contesto dei progressi globali della cannabis medica, fornendo ai pazienti opzioni di cura più complete e sostenendo la ricerca sulla cannabis nel Paese.
La seconda misura referendaria riguarda la coltivazione e il possesso di cannabis per uso personale limitato da parte degli adulti. Questa proposta si basa sui precedenti stabiliti da Malta, Lussemburgo e Germania, dove la coltivazione, il possesso e l’uso personale da parte di adulti sono già legali.
Implicazioni politiche e sentimento pubblico
È importante notare che i referendum non sono legalmente vincolanti. Anche in caso di successo, non è garantito che il governo di coalizione sloveno adotti le misure proposte. Tuttavia, un forte sostegno a queste misure, in particolare se i voti dovessero essere in larga misura positivi, potrebbe esercitare una sostanziale pressione politica sui legislatori affinché si allineino alla volontà del pubblico.
Gli oppositori della cannabis hanno raddoppiato gli sforzi per diffondere informazioni incomplete o fuorvianti nel periodo precedente al voto del 9 giugno. Per esempio, l’Istituto Nazionale di Sanità Pubblica della Slovenia ha recentemente pubblicato un articolo che si oppone all’uso e alla riforma della cannabis senza affrontare direttamente l’imminente referendum. Questa posizione, radicata in prospettive obsolete, ignora il successo dell’attuazione di politiche sulla cannabis in altri Paesi europei, che hanno spesso avuto effetti sociali ed economici positivi.
Le attuali leggi sulla cannabis in Slovenia
Attualmente, l’uso ricreativo della cannabis rimane proibito in Slovenia e la cannabis medica è consentita solo in condizioni limitate, in forme farmaceutiche come il Sativex e il Marinol.
Chi viene sorpreso a possedere quantità personali di cannabis è passibile di multe, anche se è prevista una certa clemenza per chi accetta di sottoporsi a programmi di riabilitazione comportamentale. Chi è accusato di produrre o distribuire cannabis rischia pesanti pene detentive.
La produzione di canapa è consentita in Slovenia, come in altri Paesi membri dell’Unione Europea. I prodotti derivati dalla canapa, compresi quelli a base di CBD, sono popolari nonostante facciano parte di un quadro politico pubblico alquanto contraddittorio che si barcamena tra normative insufficienti e ambigue, una sfida affrontata da molti Stati membri dell’UE.
Secondo uno studio condotto da Marihuana Marš e Študentska Organizacija Univerze v Ljubljani, la Slovenia ha più di 200.000 consumatori di cannabis su una popolazione totale di circa 2,2 milioni. Lo studio evidenzia anche che ogni anno in Slovenia vengono commessi circa 2.000 reati penali legati alla cannabis.
Esiti potenziali e direzioni future
Se gli elettori sloveni approveranno una o entrambe le misure referendarie, il Paese potrebbe vedere un cambiamento significativo nelle sue politiche sulla cannabis. L’approvazione porterebbe probabilmente a un aumento della produzione nazionale di cannabis terapeutica, a un migliore accesso dei pazienti a una più ampia varietà di prodotti e a migliori opportunità di ricerca.
Inoltre, l’autorizzazione alla coltivazione e al possesso personale potrebbe allineare la Slovenia alle nazioni europee che hanno già compiuto questo passo, riducendo in parte lo stigma e le ripercussioni legali associate al consumo di cannabis.
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