Ricercatori britannici stanno lavorando per far progredire l’uso della canapa e di altre fibre naturali per sostituire i materiali inquinanti nei circuiti stampati convenzionali, ci dice Hemp Today.
Gli esperti di Jiva Materials, con sede a Waterlooville, e dell’Università di Portsmouth hanno recentemente ricevuto una sovvenzione britannica per sviluppare ulteriormente e commercializzare il concetto, che è stato studiato anche in Germania e Svezia.
I circuiti stampati (PCB), utilizzati in qualsiasi cosa, dai pacemaker ai razzi, sono gli onnipresenti cervelli nascosti della tecnologia moderna. Per oltre 70 anni, i laminati rigidi necessari per la realizzazione dei PCB sono stati prodotti utilizzando fibre di vetro epossidiche altamente inquinanti.
Alla fine del loro ciclo di vita, meno del 50% dei rifiuti elettronici derivanti da queste schede è riciclabile e il contenuto di oro, argento e platino è generalmente troppo basso per essere recuperato.
Il problema dei rifiuti elettronici
“I prodotti elettronici rappresentano un problema crescente di rifiuti a livello globale”, ha dichiarato Jiva in un comunicato stampa che annuncia la collaborazione con il gruppo di ricerca Advanced Polymers and Composites (APC) dell’università.
“In media, ogni persona nel mondo produce 7,5 kg di rifiuti elettronici all’anno. Si stima che i PCB rappresentino l’8% di tutti i rifiuti elettronici”.
L’alternativa sviluppata da Jiva e dai ricercatori dell’APC prevede l’impregnazione delle fibre di canapa con un ritardante di fiamma idrosolubile e privo di alogeni, rendendo più facile il recupero dei componenti elettronici contenenti materiali preziosi quando i PCB vengono scartati.
I laminati rigidi di PCB completamente riciclabili basati su fibre naturali possono avere un’impronta di carbonio inferiore del 60% rispetto alle tecnologie basate su fibre di vetro ed epossidiche e possono ridurre il valore di 8 miliardi di sterline (10 miliardi di euro) di minerali critici che finiscono nelle discariche del Regno Unito ogni anno, ha dichiarato Jiva.
Pienamente compatibili
Secondo i ricercatori, i laminati biobased possono essere pienamente compatibili con i processi esistenti, come l’incisione acido/alcalino, la galvanoplastica, la foratura, la fresatura e l’indurimento necessari per la produzione di PCB.
Jiva ha già prodotto un PCB solubile in acqua da un composito a base di lino che si decompone se immerso in acqua calda per un periodo prolungato. La sovvenzione consentirà al team di ricerca di continuare a studiare il lino e di iniziare a esplorare il potenziale dei compositi a base di canapa e iuta.
Il gruppo di ricerca APC dell’Università di Portsmouth fa parte della School of Mechanics and Design, che si occupa di ricerca applicata sui materiali compositi sostenibili e sulla produzione attraverso partnership con l’industria.
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